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Compianto sul Cristo morto coi Santi Francesco, Antonio da Padova
Anno: 1481
Collocazione attuale: Museo di San Donato - Collezione di Banca MPS
INFORMAZIONI DESCRITTIVE
Dimensioni
cm 108,5 x 115,5
Nella parte bassa della tavola una iscrizione in lettere capitali riporta il nome del pittore (“OPVS . SANI . PETRI . DE SENIS. ME . PINSIT”) e la data di esecuzione dell’opera (“ANNO . DOMINI . MILLECCCCLXXXI”). Come già nella Crocifissione realizzata per il convento di Santa Maria Maddalena, Sano di Pietro trasforma la scena del Compianto sul Cristo morto in una sorta di emblema araldico della passione e morte del Cristo, sul cui mistero il fedele era chiamato a meditare esortato dai gesti pietosi di Antonio da Padova (a sinistra) e Francesco d’Assisi (a destra): la partecipazione dei due Santi al doloroso evento è da mettere in relazione con la specifica committenza dell’opera, che sappiamo eseguita per il convento francescano delle Monache Cappuccine di Siena. La valenza simbolica della raffigurazione è accentuata dalla presenza, ai lati della croce, degli strumenti legati al martirio del Cristo, quali la lancia e la canna con la spugna imbevuta di aceto; le figure della Luna e del Sole, assai ricorrenti nelle Crocifissioni di epoca medievale, alludono rispettivamente al Vecchio e al Nuovo Testamento: solo alla luce del Nuovo Testamento (simboleggiato appunto dal Sole) il Testamento Antico (la Luna) poteva essere interpretato nel suo corretto significato, in quanto prefigurazione della venuta, passione, morte e resurrezione del Cristo. Il dipinto si pone fra le ultime realizzazioni di Sano di Pietro che sappiamo essere deceduto nello stesso anno (1481) cui risale l’esecuzione dell’opera: le espressioni languide e stereotipe dei personaggi, accompagnate dalla mimica lenta e compassata dei gesti, conferiscono alla scena quella intonazione pietistica che costituisce una delle formule più ricorrenti del repertorio figurativo, peraltro assai limitato, del nostro pittore. Al senso di generale schematizzazione, suggerito dallo stesso disinteresse per una oggettiva definizione dei piani spaziali della composizione, sembra tuttavia sfuggire il delizioso brano di paesaggio che fa da sfondo alla scena: il delicato accostamento dei toni rosa, verdi ed azzurri e la felice invenzione delle collinette rotonde, presidiate dai minuscoli edifici turriti, si qualificano infatti come una fra le ultime espressioni di quelle estrose e bizzarre invenzioni elaborate dal Sassetta e da Pietro di Giovanni d’Ambrogio nella prima metà del Quattrocento.
Compianto sul Cristo morto coi Santi Francesco, Antonio da Padova