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Glorificazione del regno di Urbano VIII
Artist: Pietro da Cortona
Year: 1633 e il 1639
Current location: Roma - Palazzo Barberini
Original location:
DESCRIPTIVE INFORMATION
La Divina Provvidenza di Pietro da Cortona
L’affresco, realizzato tra il 1633 e il 1639 decora la volta del salone di oltre 600 mq. Il programma iconografico è ispirato al poema in ventitrè canti scritto dall’erudito e poeta di corte Francesco Bracciolini sull’elezione di Urbano VIII e incentrato sulla lotta fra vizi e virtù.
La parte centrale raffigura la Divina Provvidenza circondata dalle Parche, dal Tempo e dalle Virtù, fra cui in basso:Giustizia, Misericordia, Eternità e Verità; mentre in alto: Fede, Speranza e Carità;
tutt’intorno corre un fregio interrotto agli angoli da medaglioni monocromi sorretti da due ignudi, in cui sono rappresentate storie romane ed animali che alludono ad altre Virtù, ovvero:
Scipione: la temperanza – l’alicorno;
Muzio Scevola: la Fortezza – il leone;
Tito Manlio: la Giustizia – l’ippogrifo;
Fabio Massimo: la Prudenza – l’orso.
Sotto il fregio sono affrescate altre quattro storie e precisamente:
Sui lati lunghi: La Pace in trono e il Furore incatenato con i Ciclopi che forgiano le armi ( la Pace promossa dal governo temporale di Urbano VIII); La Religione, la Sapienza, la Lascivia e Sileno ebbro ( Lascivia e Sileno simboleggiano i vizi).
Sui lati brevi: Minerva che scaccia i giganti ( simbolo della ragione che trionfa sulla forza bruta e la violenza); Ercole che allontana le Arpie ( simbolo dell’avarizia condannata dai Barberini)
L’intera iconografia allude alle virtù del papa e della sua famiglia che hanno dato prosperità e pace ai popoli attraverso il prevalere della ragione sulla forza.
La scena centrale è bene raccontata in una descrizione della sala fatta nel 1640 da Rosichino:la divina Providenza, che siede sopra una nuvola, ornata di splendori con lo scettro in atto di commendare al presente e al futuro; e perciò il tempo che in forma di Saturno divora i propij figliuoli, si tien sotto di se, e le Parche. Vi stanno attorno la Giustizia, la Misericordia, l’Eternità, la Verità, la Purità, la Bellezza, e altre che pare che habbino desiderio d’obbedirla: ma tra tutte dimostre l’Immortalità d’esseguire i comandamenti, movendosi con la corona di stelle ad incoronare l’insegna di Urbano Ottavo sommo Pontefice; questa è circondata da due gran rami di lauro, che insieme arrendendosi, fanno la somiglianza di uno scudo, sostenuto dalla fede e dalla speranza da i lati e da piedi dalla Carità, volandovi dentro le tre Api. Standovi di sopra la religione con le Chiavi, e Roma con il regno Papale: e un bambino con la ghirlanda di lauro, segno del valore poetico che va quivi presso scherzando”.
L’apoteosi e l’immortalità di Urbano VIII, che viene qui figurato dalle insegne papali, sono rappresentate dalle figura con la corona di stelle, cioè Urania che rende onori in cielo agli uomini dotti (riferimento alle doti intellettuali del pontefice).
A testimoniare lo stupore che provocò la decorazione fra i contemporanei, le parole di Francesco Ubaldini che vide la volta del salone poco dopo la fine dei lavori: “E’ la sua volta così sublime, e colorata d’un azzurro sereno in tal maniere, che ella non si crede esser volta, ma lo stesso cielo scoperto, che vedi, e congiunge le mura come una purissima conca trasparente, e le figure per entro la sua chiarezza, rassembran vive, e che passeggino l’aria volando, o portate da spiriti invisibili; scorrano per quel concavo, e non sien dipinte ma vive. Io lo guardo e non batto palpebra, e la meraviglia m’impetri la vista”.(Cfr.Mochi Onori, 1977)
Glorificazione del regno di Urbano VIII