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So' arrivati i CAVALLUCCI, dolci poveri della tradizione locale

Asciano - Quelli artigianali, non confezionati e appena sfornati, si trovano al Forno delle Crete


È sempre affascinante capire quando e perché certi prodotti sono nati e si sono tramandati in un ambto territoriale circoscritto. 


Sembra che la storia dei cavallucci, almeno quella documentata, abbia origine a Siena nel 1515, essendo stati distribuiti insieme a pezzi di panpepato, all'interno del CONCISTORO, organo di governo della REPUBBLICA SENESE.


Il loro grande successo è però legato solo in parte al gusto, infatti le caratteristiche che ne hanno tramandato la produzione e il consumo, derivano da due caratteristiche:

la semplicità produttiva, utilizzando in prevalenza prodotti poveri locali, al contrario del più blasonto pampepato;

la possibilità di conservarli a molto lungo in luogo asciutto e di essere utilizzati durante un lungo viaggio, senza particolari difficoltà di trasporto e conservzione. 


Il loro nome, originariamente: Biriquocoli, è stato sostituito da uno più semplice e legato al contesto in cui si diffusero dopo poco: i luoghi di ricovero per persone e cavalli usati da: pellegrini e mercanti. Oltre a quanto sopra, va detto detto che i cavallucci, inzuppati in bevande di vario genere: vinsanto e vino dolce, ma anche vino frizzante, passito e perfino in un caldo cappuccino o caffè-latte, lo ammorbidiscono, trasformandolo in un alimento piacevole e facilmente consumabile.


La globalizzazione commerciale da oggi la possibiltà di trovare cavallucci confezionati in giro per il mondo, ma prodotti industrialmente, ma se si desidera acquistarne appena sfornati, pieni del caratteristico gusto e aroma, non si può che fare un salto ad Asciano e recarsi al Forno delle Crete, prima delle Feste di Fine Anno.


Un'ulima cosa: ci piace pensare che l'antica produzione di cavallucci locali sia legato alla Lauretana e al suo importante ruolo di via di comunicazione che per secoli ha svolto nel collegare il sud Toscano alla costa adriatica, oltre a essere per secoli il percorso pellegrinale verso la santa Casa della Madonna di Loreto.


Per chi curiosamente  ne vuol conoscere ricetta e processo produttivo:

 

Ingredienti:

300 g di farina 00
250 g di zucchero
100 g di gherigli di noce
70 g di arancia candita
50 g miele
8 semi di anice
1 cucchiaino di Cannella in polvere
½ cucchiaino di Bicarbonato
 

Preparazione:

1.Miscelare in una ciotola la farina con i semi di anice pestati, le noci tritate, l’arancia candita tagliata a dadini, un cucchiaino di cannella e mezzo cucchiaino di bicarbonato;

2. Sciogliere lo zucchero in un pentolino con il miele e 50 g di acqua;

3. Versare lo sciroppo nella ciotola con la farina e amalgamare gli ingredienti con un cucchiaio;

4. Formare 12 palline schiacciate e irregolari, lavorando con le mani infarinate;

5. Disporre le palline su una placca coperta con carta da forno;

6. Infornare a 150° per circa 20 minuti;

7. Sfornare, lasciare raffreddare e conservare in una scatola di latta.
 



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